RASSEGNA

L’EUROPA DI TUTTI

CHARLIE CHAPLIN: IL VAGABONDO DEL CINEMA

VERDE#5 - PAESAGGIO ED IDENTITà

CINEMAGIOVANI

EFFETTI SPECIALI


Home /Didattica /Novità 2014/15 /

Charlie Chaplin: il vagabondo del cinema

"Grazie all'umorismo siamo meno schiacciati dalle vicissitudini della vita." 
Era il 7 febbraio 1914 quando nei cinema americani, sotto l’egida della Keystone Film Company, faceva la sua prima comparsa “the tramp”, il vagabondo, nella comica Charlot si distingue (Keystone Kid Auto Races at Venice). Il suo creatore e interprete, Charlie Chaplin, conoscerà in breve tempo un successo straordinario dando origine alla maschera comica più famosa al mondo ed inaugurando una carriera densa di capolavori e di immagini che sono entrate a far parte del nostro immaginario.
 
"Non devo leggere libri per sapere che il tema della vita è il conflitto e il dolore. Per istinto tutta la mia comicità si basava su queste cose."
Il personaggio di Charlot è stato capace di attraversare i difficili anni della prima metà del '900 con la sua apparente leggerezza e quella camminata al limite della danza che ne hanno fatto un’icona del cinema. 
Come scrive Martina Bertolotti “la sua immagine è impressa nella nostra memoria per i suoi baffetti che significavano la vanità dell’uomo, i pantaloni che rappresentavano una rivolta contro le convenzioni, bombetta e bastone come tentativi di dignità e gli scarponi enormi simbolo degli impedimenti che lo intralciavano sempre.”
La comicità di Chaplin non ha mai voltato lo sguardo rispetto ai grandi drammi della sua epoca: le due guerre mondiali, il crollo della borsa di Wall Street, la lotta per la sopravvivenza, la fuga dalla città alla ricerca di una nuova frontiera, l’alienazione del lavoro fordista. I suoi film non sono però ritratti storici o sociologici. La grandezza di quello sguardo sta tutta in un’infaticabile ricerca dell’essenza della natura umana, nella capacità di rintracciare in quelle vicende il senso più profondo del nostro essere uomini. Ecco perché il cinema di Chaplin, come tutte le grandi opere d’arte, non conosce l’usura del tempo, anzi non conosce tempo e non cessa di stupirci, di farci ridere o commuovere.
 
"Credo nel potere del riso e delle lacrime come antidoto all'odio e al terrore."
Sempre inevitabilmente dalla parte degli ultimi e dei più deboli, Charlot incarna un sentimento di pacifica rivalsa nei confronti del potere. Per scelta, gran parte del suo cinema è muto: non c’è bisogno di parole per ridare speranza a chi l’ha perduta attraverso un sorriso limpido ed immediato. Sono i suoi muti meccanismi comici a svelare la pochezza e la miseria di ogni preteso potere e la potente carica di bellezza che c’è in un povero vagabondo, in una fioraia cieca, in un monello di strada.
 
"Attraverso la comicità vediamo l'irrazionale in ciò che sembra razionale, il folle in ciò che sembra sensato, l'insignificante in ciò che sembra pieno di importanza.”
In un progetto di educazione all’immagine le opere di Chaplin sono una risorsa imprescindibile: non c’è tema che non possa essere affrontato con un suo film, non c’è classe anagrafica che non possa fruire in profondità il suo cinema, non c’è altro strumento che disveli, con pari potenza linguistica e con quella semplicità a cui solo i grandi riescono ad arrivare, i meccanismi della comicità e con essi quell’impasto dolce e malinconico, buffo e tragico che è la vita.

"Grazie all'umorismo siamo meno schiacciati dalle vicissitudini della vita."
Era il 7 febbraio 1914 quando nei cinema americani, sotto l’egida della Keystone Film Company, faceva la sua prima comparsa “the tramp”, il vagabondo, nella comica Charlot si distingue (Keystone Kid Auto Races at Venice). Il suo creatore e interprete, Charlie Chaplin, conoscerà in breve tempo un successo straordinario dando origine alla maschera comica più famosa al mondo ed inaugurando una carriera densa di capolavori e di immagini che sono entrate a far parte del nostro immaginario.

"Non devo leggere libri per sapere che il tema della vita è il conflitto e il dolore. Per istinto tutta la mia comicità si basava su queste cose."
Il personaggio di Charlot è stato capace di attraversare i difficili anni della prima metà del '900 con la sua apparente leggerezza e quella camminata al limite della danza che ne hanno fatto un’icona del cinema.
Come scrive Martina Bertolotti “la sua immagine è impressa nella nostra memoria per i suoi baffetti che significavano la vanità dell’uomo, i pantaloni che rappresentavano una rivolta contro le convenzioni, bombetta e bastone come tentativi di dignità e gli scarponi enormi simbolo degli impedimenti che lo intralciavano sempre.”
La comicità di Chaplin non ha mai voltato lo sguardo rispetto ai grandi drammi della sua epoca: le due guerre mondiali, il crollo della borsa di Wall Street, la lotta per la sopravvivenza, la fuga dalla città alla ricerca di una nuova frontiera, l’alienazione del lavoro fordista. I suoi film non sono però ritratti storici o sociologici. La grandezza di quello sguardo sta tutta in un’infaticabile ricerca dell’essenza della natura umana, nella capacità di rintracciare in quelle vicende il senso più profondo del nostro essere uomini. Ecco perché il cinema di Chaplin, come tutte le grandi opere d’arte, non conosce l’usura del tempo, anzi non conosce tempo e non cessa di stupirci, di farci ridere o commuovere.

"Credo nel potere del riso e delle lacrime come antidoto all'odio e al terrore."
Sempre inevitabilmente dalla parte degli ultimi e dei più deboli, Charlot incarna un sentimento di pacifica rivalsa nei confronti del potere. Per scelta, gran parte del suo cinema è muto: non c’è bisogno di parole per ridare speranza a chi l’ha perduta attraverso un sorriso limpido ed immediato. Sono i suoi muti meccanismi comici a svelare la pochezza e la miseria di ogni preteso potere e la potente carica di bellezza che c’è in un povero vagabondo, in una fioraia cieca, in un monello di strada.

"Attraverso la comicità vediamo l'irrazionale in ciò che sembra razionale, il folle in ciò che sembra sensato, l'insignificante in ciò che sembra pieno di importanza.”
In un progetto di educazione all’immagine le opere di Chaplin sono una risorsa imprescindibile: non c’è tema che non possa essere affrontato con un suo film, non c’è classe anagrafica che non possa fruire in profondità il suo cinema, non c’è altro strumento che disveli, con pari potenza linguistica e con quella semplicità a cui solo i grandi riescono ad arrivare, i meccanismi della comicità e con essi quell’impasto dolce e malinconico, buffo e tragico che è la vita.




© 2012 Cinema e Scuola Privacy |Mappa |Link |Credits