In una commedia di Alan Bennett, Gli studenti di storia, il protagonista è un giovane professore, Irwin, che arriva in una scuola per preparare alcuni studenti all’esame di ammissione a Oxford e Cambridge. Il suo approccio è una continua ricerca di un punto di vista originale, eterodosso sui grandi fatti della storia, che spiega ed interpreta anche con alcune forzature pur di rintracciarvi le ragioni del presente (biasimato dai suoi colleghi per l’eccessiva predisposizione a trovate e frasi ad effetto): “Se volete capire Stalin, studiate Enrico VIII. Se volete capire la Thatcher, studiate Enrico VIII. Se volete capire Hollywood, studiate Enrico VIII.”

Questa è, in fondo, una buona sintesi della valenza didattica di un percorso che intreccia il cinema e la storia: il linguaggio cinematografico con la sua capacità affabulatoria ed il suo portato emozionale non è solo in grado di facilitare l’avvicinamento a temi storici piò o meno complessi ma pure, nei suoi esiti migliori (che cioè usano appieno la libertà del mezzo), di illuminarli da un altro punto di vista, da un’angolazione inedita e quindi di fornire spunti di riflessione che sono complementari – e non certo alternativi – a quelli che i ragazzi trovano in libri e manuali.
Per di più, tornando al metodo del professor Irwin, il cinema, arte che parla sempre al presente o almeno anche al presente, è un utile supporto per ripercorre i fili che legano eventi storici  antichi e recenti a quello che succede intorno a noi, i rimandi tra ieri e oggi,  e quindi per rispondere a quella che, in questo campo, nella società dell’eterno presente in cui viviamo tutti e soprattutto le giovani generazioni, è la più importante delle domande: perché studiare la storia?

Nel caso dello studio del Novecento e dei grandi fatti del XXI secolo (pensiamo all’11 settembre), c’è qualcosa in più nel rapporto tra storia e settima arte: qui il cinema è infatti archivio di immagini, esso stesso fonte storiografica, testimone autentico – anche quando manipola a fini comunicativi ed espressivi  il suo referente reale – di vicende, personaggi, usi e costumi.

Questo percorso didattico può essere letto in una diversa accezione e quindi realizzato in una diversa direzione di non minore rilevanza: l’analisi del cinema in quanto prodotto culturale, evidenziandone le forme della rappresentazione, l’evoluzione storico-tecnologica e lo sviluppo di diversi stili e modelli narrativi. Il rapporto tra cinema e storia si declina allora in storia del cinema.